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Guthrie: l'uomo distrugge ciò che ama 5/9/2022

Aggiornamento: 11 lug 2023


Nel West, nella zona delle Montagne Rocciose, tra il 1820 e il 1850 andarono di moda i rendezvous. Usanze che mischiavano una sorta di ganzega contadina e i rave party: chiamate a raccolta concordate in luoghi sempre diversi per riunire mercanti e cacciatori di pellicce di castoro.

I rendezvous erano anche l'antesignano dei giochi senza frontiere visto che riunivano proprio gli «uomini di frontiera»: americani, francesi del Canada, spagnoli, olandesi, irlandesi... C'erano anche indiani, mezzosangue e tutti coloro che, a vario titolo, erano venuti a conoscenza del raduno. Li mettono assieme per quei giorni di tregua: il tiro a segno, le corse a cavallo, le serate di racconti davanti al fuoco che scaldava e cuoceva la carne, i canti, le gare di bevute e le immancabili scazzottate che ne seguivano.

Parla dei rendezvous il romanzo di Alfred Berthram Guthrie “Il grande cielo” (1947). Un libro che ha significato molto in termini di controcultura ed ha aperto le porte al suo autore per la conquista del premio Pulitzer. Al di là di tali feste fescennine, il romanzo narra la fuga del diciassettenne Boone Caudill che, pensando di aver ucciso il padre-padrone, parte alla ricerca dello zio cacciatore. Ma in questo viaggio, unendosi agli «uomini di frontiera», innamorandosi della squaw Teal Eye, vivendo con una tribù indiana, Boone rinforza la sua visione romantica, meticcia e primordiale della vita, alla ricerca della libertà. Una visione che non perderà mai nemmeno quando, diversi anni dopo, tornerà sui suoi passi per ritrovare il vecchio Dick Summer. Una visione che, anche oggi, dovrebbe essere ripresa in esame: perché l'uomo distrugge sempre ciò che ama? Gli rammenta Dick: «Siamo partiti per fuggire da qui e goderci la libertà, ma era destino che la gente ci seguisse e che i castori finissero e che gli indiani venissero uccisi o ammansiti, e che quei posti divenissero sempre più conosciuti e sicuri. Non abbiamo ancora visto la fine; non abbiamo visto ancora il risultato di tutto ciò che gli uomini di frontiera hanno fatto contro di sé. Il prossimo passo sarà fare da guide, organizzare spedizioni e rovinare ancora di più il territorio».

Alfred Berthram Guthrie, “Il grande cielo”, Mattioli 1885, 2014.


(L'Adige 5/9/2022)




Maurilio Barozzi LA BIBLIOTECA DI BABELE  L'attualità letta attraverso le pagine dei miei libri preferiti  Ogni lunedì, sulla pagina culturale del Quotidiano l'Adige

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