L’estate è un momento di mescolanza e di contatto tra turisti di ogni angolo del mondo. Tra tutti però ce n’è uno che si può riconoscere con facilità. Subito per l’accento: il suo è un italiano con inconfondibile cadenza baritonale che si perde nella “e” aperta del “perché” pronunciata con logopedia degna della rana dalla bocca larga e in spregio all’accento acuto. Ma soprattutto perché qualsiasi sia l’argomento dibattuto lui - o lei - “te la spiega”. Si parla di montagna? Chi la conosce meglio di lui? Di calcio? Ha giocato per anni nelle giovanili dell’Inter. Di politica? È stato consigliere comunale. Di libri? Tutti scrittori. Di natura? Ha appena letto «Il raccoglitore definitivo del naturalista». Esatto: parliamo del milanese. Nel suo atteggiamento non c’è cattiveria, bensì l’ardore dell’italica grandeur. Ed è, questo, un atteggiamento che viene da lontano. Un illustre milanese, Carlo Emilio Gadda, l’aveva tratteggiato con corrosiva comicità e autoironia già nel 1943. «L’Adalgisa era di quelle meravigliose donne lombarde che il proprio vigor di cervello manifestano in pragma (le idee per loro sono atti), cioè in una prescienza vittoriosa d’ogni obiezione: col postulare dovunque, davanti a chiunque, la certezza della propria infallibilità. Per quanto sbagliata sia la strada ove si son messe, per quanto appiccicoso il pantano dove si sono impelagate, ne usciranno a tutti i costi in trionfo». Esilarante è la descrizione di Carlo (il defunto marito di Adalgisa). «Oltre che appassionato filatelico, era un dilettante mineralogista: parlava di cassiterite e di orneblenda, di schisti e di faglie: di stato crioscopico, di allotropia, di rocce peridoticoserpentinose… (…) Infine il povero Carlo era anche entomologo, ragion per cui diverse signore di mia conoscenza, tra le più colte anzi della nostra società, lo dicevano professore di etimologia». Naturalmente, la moglie Adalgisa non era molto contenta di tutta questa scienza del marito. «Ma poi vi aveva tacitamente aderito, pensando tra sé e sé: «meglio questo che i vizzi… o un quai cornett…».
Insomma: guarda Milano perché «lassa pur ch’el mond el disa ma Milan l’è on gran Milan».
Carlo Emilio Gadda, “L’Adalgisa”, Garzanti 1994.
(L'Adige 14/8/2023)
Maurilio Barozzi
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