Emily Brontë racconta la passione possessiva
Ancora due femminicidi hanno scosso l'Italia. Uno in Trentino, l'altro nel milanese. Ormai questi omicidi non si contano più e, spiegano gli psicologi, spesso prendono le mosse dalla non accettazione di una separazione. Una passione totalizzante che trabocca nella follia possessiva. Quella che racconta anche il romanzo “Cime tempestose”. Lo ha scritto Emily Brontë nel 1847.
La vicenda narra di un trovatello - Heathcliff – che cresce nella famiglia Earnshaw in una fattoria spartana chiamata Cime Tempestose. Ma quando il vecchio muore, il ragazzino subisce le angherie di Hindley. Sopporta tutto, perché è innamorato della sorella Cathy. Quando però lei gli fa sapere che, sebbene sia innamorata di lui, non si sposeranno mai a causa delle sue umili origini, Heathcliff fugge di casa. Vi tornerà anni dopo, arricchito, e il suo obiettivo sarà quella di distruggere tutto e tutti, specie dopo che l'amata Cathy morirà dando alla luce una bimba.
In realtà, la vera, intima missione di Heathcliff è quella di unirsi con Cathy in quelle nozze – per lui simbolo di eternità, per lei pura convenzione – che Cathy gli aveva rifiutato, seppur non gli avesse rifiutato il suo corpo. Verso la fine del libro, mentre digiunando si lascia a sua volta morire, Heathcliff dice: «Ho quasi raggiunto il mio paradiso. Quello degli altri per me non ha alcun valore e interesse». E come il protagonista possa arrivare a tale pulsione distruttiva e autodistruttiva, la Brontë lo spiega svariate pagine prima, attraverso le parole di Cathy in procinto di sposare un riccone. Nelly Dean, governante-narratrice, le fa presente che sposandosi dovrà separarsi da Heathcliff al che Cathy la fulmina: «Non amo Heathcliff perché è bello, ma perché è ancora più uguale a me stessa di quanto possa esserlo io», dice. E poi: «Io sono Heathcliff! Lui è sempre presente nei miei pensieri e non come un piacere, non più di quanto io sia sempre un piacere per me, ma come il mio stesso essere. Dunque non parlare più di una nostra separazione: sarebbe impossibile».
Anni dopo, Heathcliff, morendo, impose di essere sepolto di notte a fianco di Cathy e pretese che il becchino aprisse le due bare dal lato comune. Così i corpi si sarebbero dissolti l'uno nell'altro. In un'ossessione-possessione perpetua.
Emily Brontë, “Cime tempestose”, Mondadori, 1989.
(L'Adige 11/4/2022)
Maurilio Barozzi
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