«Bisognava assolutamente che fondassi un giornale». Non aveva altra scelta Brás Cubas per far sentire forte la sua voce, nonostante non fosse riuscito a diventare ministro e avesse perduto il suo seggio al Parlamento brasiliano. E nonostante, per sua stessa ammissione, rappresentasse «un coacervo di presunzione e di banalità». Dice: «A dire proprio la verità, rispecchiavo le opinioni di un parrucchiere che avevo conosciuto a Modena, il quale si distingueva per non averne assolutamente alcuna». Così decise di dar vita al giornale.
È un capolavoro di umorismo e perfidia “Memorie postume di Brás Cubas” (1880) di Joaquim Machado de Assis, uno dei principali autori brasiliani. Con il trucchetto letterario di scrivere da morto, Brás sfrutta la «franchezza, prima virtù dei defunti» così come la loro indifferenza per l’opinione dei vivi, ed espone senza pudore la propria mediocrità e i propri vizi, cioè quelli dell’aristocrazia brasiliana del tempo, che sono però i vizi universali e dunque ben presenti ancora oggi in tutte le parti del mondo.
Brás racconta Le sue brame giovanili per la bella Marcela che l’ha «amato per quindici mesi e undici milioni». «Cari gioiellieri – scrive - cosa sarebbe l’amore senza i vostri gingilli e il vostro aureo credito?». Non nasconde nemmeno la crudeltà nei confronti di una sua spasimante, Eugênia: «il brutto è che era zoppa», dunque la lascia subito. E l’amore di tutta la sua vita, quello fedifrago per Virgília, che potrebbe sembrare passione travolgente e invece si infrange sugli scogli dell’opportunità: così Virgília non esita a scegliere di seguire il marito, famoso politico.
Esilaranti i cinici passi sul cognato Cotrim, un arpagone che «aveva il vizio di mandare ai giornali la notizia di questa o quella beneficenza da lui effettuata». Giustificando: «le buone azioni diventano contagiose, se rese pubbliche; argomento non privo di ottime ragioni».
Ma dicevamo del nuovo giornale che Brás aveva fondato. Qualcuno vuol sapere come è andata? Beh, si legga il libro. E se proprio la curiosità lo strazia, si fiondi dritto a pagina 324.
Joaquim Machado de Assis, “Memorie postume di Brás Cubas”, Fazi, 2020.
(L'Adige 13/11/2023)
Maurilio Barozzi
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