4) Ponferrada- Santiago de Compostela
Distanza: ~Km. 210
Tempo effettivo di percorrenza in bici: 12 ore.
Picchi di altitudine: El Poyo (1.337 M. slm) - Santiago de Compostela (264 m. slm).
Da Ponferrada si scende sulla strada statale per una ventina di chilometri, fino a Villafranca del Bierzo (511 m. slm), un’altra di quelle città nate dalla pellegrinazione, ripopolate dai franchi e cresciuta secondo le regole del monastero di Cluny. Se un pellegrino giungeva qui in condizioni difficili o ammalato, aveva diritto a tutte le indulgenze di Compostela come se avesse completato il pellegrinaggio. Si sta entrando in Galizia ma si deve ancora salire seguendo il Rio Valcarca, dapprima sulla strada statale e poi, secondo le segnalazioni del Camino, immettendosi su di una stradina secondaria, deserta. Da ora fino al puerto Cebreiro (una quindicina di km.) le segnalazioni sono scarse, ma non è possibile sbagliare. Basta salire con pazienza, avendo avuto cura di fare rifornimento di vivande. Si incontreranno comunque alcune case (Vega de Valcarce, Ruitelan, La Faba) ma soprattutto il castello di Trabadelo un tempo tana di banditi che, in base ai privilegi concessi ai castellani, pretendevano odiosi pedaggi dai pellegrini. Solamente Alfonso VI il valoroso, re di Leon e di Castiglia, detto “luce della Spagna”, intorno al 1.100 tolse il privilegio. A Pedrafita do Cebreiro (1.109 m. slm) si può ammirare da una parte del versante la Castiglia, dall’altra la Galizia. Vi è un tempio pre-romanico in cui è conservato un calice, conosciuto come il Sacro Graal gallego. Correva l’anno 1300: si dice che un contadino, per poter sentire la messa, affrontò una terribile tempesta di neve. Il monaco che celebrava la funzione in cuor suo sfotteva il sacrificio del contadino pensando che per un po’ di pane e di vino tutto questo non avesse senso. D’improvviso l’ostia divenne carne e il vino, trasformato in sangue, traboccò dal calice. A Cebreiro d’estate è possibile dormire presso le pallozas (delle capanne con il tetto impagliato, simili a quelle costruite dai castri celti).
Si sale ancora, fino a puerto El Poyo (1.337 m. slm).
È l’ultima salita, poi si scende passando per Fonfria, Triacastela, Renche, Samos, Sarria, Belante fino ad arrivare a Portomarin (324 m. slm), situata sulle sponde del Rio Miño, uno dei più lunghi corsi d’acqua della Spagna.
Tutti i monumenti, assieme al resto della città, sono stati trasportati nella parte alta del borgo, poiché il nucleo originario (medievale) rimase sommerso del fiume.
Seguendo la Concha del Camino ci si immette poi in una stradina di campagna (comunque asfaltata) che da Ventas de Naron, transitando per Toxiba e Ligonde (agglomerati primordiali), porta a Palas de Rei.
Ultimi ottanta chilometri sulla strada statale N547 e si arriva a destinazione.
A Santiago de Compostela (264 m. slm) di corsa alla Cattedrale per farsi conferire la compostela, un attestato che testimonia il pellegrinaggio. Dopo aver depositato bici e bagagli, è finalmente il momento di assaggiare alcuni prodotti tipici della Galizia: i formaggi, il pesce ma, soprattutto, el polpo gallego.
Con calma, una volta giunti a Santiago, vale la pena di ripensare al significato storico di questo percorso. La notizia della scoperta della tomba di San Giacomo (a Santiago) diffuse la convinzione che l’estremo occidente non era da considerare “islamico”. Così, con un’azione congiunta tra forze militari e spirituali, si convinsero molti fedeli a praticare il pellegrinaggio fino all'estremo occidente spagnolo, in Galizia, in modo da consolidare la presenza cristiana sui territori e garantire costantemente il presidio sul passaggio per Santiago de Compostela. Nel 1063 Alessandro II accordava l’indulgenza a coloro che si recavano in Spagna a combattere gli infedeli. Il Camino originò la formazione di un nuovo ambiente culturale, finalizzato a rendere visibile la presenza cristiana anche in Spagna. L’arte romanica che caratterizza l’intero tragitto, la lirica provenzale, le leggende sacre completarono poi e resero evidente il disegno di un medio evo cristiano che il pellegrinaggio di Santiago aveva di fatto costruito. Ancor oggi il centro storico di Santiago rappresenta uno dei migliori esempi di urbanizzazione medievale. Per avere informazioni dettagliate sulla città è comunque opportuno fare una visita all’ufficio informazioni, in rua do Vilar 43. Saranno fornite anche informazioni sugli hotel (ce ne sono per tutti i gusti) e su tutti i servizi e gli spettacoli che offre Santiago.
Per i pellegrini l’alloggio è presso il Seminario Menor, in rua de Andujar, dove si può sostare per tre notti.
Se a qualcuno il tempo non manca, è consigliabile una visita a Cabo Finisterre, sull’oceano Atlantico, che dista da Santiago una novantina di km. È comunque opportuno premunirsi contro la pioggia: in queste zone piove quasi tutti i giorni per i venti umidi che arrivano dall’Atlantico.
Gastronomia: I piatti di pesce, pescados, sono molto tipici in tutta la Spagna. Tuttavia in Galizia è molto famoso il polpo gallego, un piatto di pesce a base di polpo. La Galizia offre un’altra specialità tipica: il caldo gallego, una sorta di minestra (sopa) molto saporita e speziata.
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