LODZ (Polonia) - Una Trentino BetClic praticamente perfetta torna da Lodz con la seconda Champions League in due anni. Ieri, in finale, ha preso a pallonate la Dinamo Mosca sconfiggendola per 3-0 (25-12, 25-20, 25-21) senza mai darle la possibilità di entrare in partita. Una vittoria che si poteva leggere negli occhi dei giocatori già dall’uscita degli spogliatoi.
Facce distese, sorridenti, consapevoli. Anche Stoytchev, solitamente più chiuso in volto, scherzava con i suoi atleti, li caricava sempre con il sorriso sulle labbra.
Venendo alla partita, giocata in un palazzetto - l’Atlas Arena, capace di 13 mila posti - gremito, Cherednik, il tecnico della Dinamo Mosca mette in campo dal primo minuto Berezhko, che era partito in panchina nella semifinale, mentre Stoytchev opta per Sala al posto di Riad.
La partenza dei trentini è bruciante: con Zygadlo al servizio, la BetClic si porta sul 7-1 con tutti i giocatori chiamati all’attacco concentrati ed efficaci.
Sembra la fotocopia dei rispettivi avvii di semifinale: la BeClic era partita fortissimo anche col Bled e Mosca aveva iniziato malissimo pure col Belchatow.
Cherednik sul 15-7 cerca di smuovere la situazione che vede i suoi soccombere in ogni terreno. Cambia la diagonale palleggiatore-opposto e, al posto di Grankin e Poltavskiy, inserisce Zubkov e Yakovlev. Poi anche Markin per Berezhko. Ma la situazione è compromessa e Trento non lascia nulla al caso: Juantorena infila anche un paio di servizi micidiali e il punteggio si ferma sul 25-12.
Stoytchev ha catechizzato a dovere i suoi nella serata della vigilia. Non vuole che si ripeta per nessun motivo il calo di tensione che aveva caratterizzato il secondo set della semifinale. E i ragazzi hanno capito. Sentono l’importanza della posta in palio: si portano sul 5-1 con Vissotto al servizio e costringono Cherednik a ogni tipo di cambio. L’unico che si salva è Dante, e soltanto con l’ingresso di Sivozhelez al posto di Berezhko (e del suo naturale primo cambio Markin), la squadra trova un minimo di efficacia in attacco. Ma Trento non molla l’osso. Zygadlo lavora molto di più sui centrali e questi ripagano con percentuali ottime e, soprattutto, permettono alle bande di schiacciare con meno marcatura.
Con maggior frequenza rispetto alla semifinale, ricorre anche all’attacco da seconda linea e per la Dinamo orientarsi diventa sempre più complicato.
Juantorena tira il servizio, lo stesso fanno Kaziyski (che gioca un secondo set di proporzioni galattiche: 5 punti su 7 attacchi) e Vissotto. Dall’altra parte della rete non riesce niente. Poltavskiy è marcatissimo e ridotto al fantasma di sé stesso. Grankin e il suo sostituto Zubkov non riescono mai a mettere un attaccante nelle condizioni di chiudere agevolmente. Il 25-20 del secondo set è paradossalmente ancora troppo generoso per i russi.
L’unico avversario per Trento è rappresentato, di nuovo, dal calo di tensione.
Il rischio è scongiurato subito: 5-1 e poi 8-3. Juantorena che ha ancora un risentimento al polpaccio destro e gioca con una vistosa fasciatura, accusa un certo affaticamento e la ricezione trentina si disunisce solo per qualche battuta di Poltavskiy, ma nemmeno i russi credono più nella rimonta. Tanto che è proprio un errore in battuta di Dante a consegnare il punto del trofeo continentale a Trento. La giornata è stata poi coronata in tutti gli aspetti anche dalla premiazione di Juantorena come miglior giocatore della manifestazione; Bari - che ha ricevuto il premio con la bandiera italiana sulle spalle - miglior libero, e il polacco Zygadlo, profeta in patria, miglior regista. Poi è iniziata la festa.
(L’Adige, 03 maggio 2010)
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