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Spagna

Pubblicato per la prima volta nel 2003 da Giunti, “Spagna” torna disponibile  con il restyling di Borderfiction.

Il romanzo parla della tristezza che attanaglia l'uomo quando scopre di non poter realizzare i propri sogni. E' la storia di un ragazzo - Sam -  che, dopo lo spasmodico inseguimento in tutta la Spagna all'eterea Maria, comprende che non si trova mai ciò che si cerca davvero. 

Maurilio Barozzi

"Spagna"

GIUNTI 2003; Borderfiction Edizioni 2020

Pp. 183, euro 5,50 (ebook euro 3,00) 

Sui media

IL LIBRO

Pubblicato per la prima volta nel 2003 da Giunti, il romanzo Spagna racconta la storia del giovane Sam che a Barcellona, durante il Capodanno del Millennio, s'innamora di una misteriosa ragazza. Sullo sfondo di una Spagna arida e impassibile, il destino trascina così Sam in un inseguimento folle, senza tempo, immerso nelle leggende del luogo e negli incontri più stravaganti. Una ricerca che, dopo essere rimasto orfano e privo di ogni legame affettivo con la propria terra, assumerà i toni dell'ossessione. E lo condurrà lungo il cammino della speranza, verso Santiago de Compostela. Sulle orme di quella donna.
Come ha scritto l’inserto Tuttolibri della Stampa, questo romanzo «è come l’inseguimento di un sogno» dove Maurilio Barozzi si affida ai cliché più resistenti della Spagna – passione, flamenco, corrida, fede – per raccontare una storia di transitorietà e di delusioni. Una storia che, narrata con scrittura visionaria, trabocca surreale e libera l’autore della necessità di dare una risposta definitiva alle domande che apre. Il libro è stato segnalato da Meridiani Le Grandi vie - Il Cammino di Santiago (2 nov. 2004) tra i quattro romanzi consigliati sulla Via di Santiago de Compostela.

COME INIZIA IL ROMANZO

1. BARCELLONA

 

Saliva, il vecchio. Saliva lento la Rambla, brulicante nella sera di Capodanno. Portava uno strano crocifisso dal Cristo decapitato legato al collo con un cordone di cuoio. Ogni tanto, con pigro scarto del piede, faceva tuonare il tamburo a spalle. Le gambe sorreggevano a fatica quel corpo grasso. E davanti anche un mandolino da suonare! Faceva freddo ma grandi gocce di sudore gli bagnavano la fronte, la barba malrasata, il collo e la giacca, troppo stretta. L’altro, un nano, gli caracollava a fianco lanciando nel cielo birilli di fuoco. Cercava di staccarli dalle mani proprio quando il vecchio batteva il tamburo. Poi li prendeva al volo e di nuovo su, frammenti d’inferno protesi al firmamento.

Saliva, il vecchio. Inesorabile e austero nel suo incedere, sordo al clamore di centinaia di bambini, genitori, giovanotti e mezz’età che seguivano, incantati dalle fiamme. E carretti di zucchero filato dall’odore dolciastro, venditori di caldarroste, di uccelli in gabbia. Qualcuno gridava. Uno fischiò.

Lui, il vecchio, saliva dal buio. Quando il secchiello di latta che aveva fissato alla cintura tintinnava, accennava un sorriso, s’inchinava, batteva un colpo alla grancassa, e diceva: «Gracias, Dios te bendecirá», Dio di benedirà. Il nano fischiava e lanciava i birilli avvampati ancora più in alto.

A Font de Canaletes il vecchio smise col mandolino. Diede una manata in testa al nano e si fermarono. Subito circondati da ombre. Ombre dappertutto. Ombre guardinghe. Nel buio brillavano centinaia di occhi. Puntini senza corpo accesi gli uni addosso agli altri.

Il nano, con movimenti rapidi, sistemò le torce a terra. Il vecchio sbuffò. Trasse di tasca un fazzoletto spiegazzato e si asciugò il viso madido. Ansimava. Poi alzò di scatto il piede e la grancassa tuonò un colpo secco.

Tutti tacquero. La notte tacque.

Dalle tenebre arrivò prima la sua voce: «Far la carità ti può salvare l’anima», disse la ragazza dagli occhi e l’abito neri. Mise una banconota nel secchiello del vecchio, baciò il crocifisso che gli penzolava dal collo e danzò un lieve girotondo attorno alle fiaccole. Comparsa all’improvviso, non si capiva se facesse o meno combutta coi due. Ma volteggiava così armoniosa…

Tra tutti, l’unico che pareva avere un corpo, illuminato dal chiaroscuro delle torce, era Samuele: capelli chiari e guance magre.

Lei danzando lo fissava. Lui si sentì turbato. Lusingato. Confuso. Non poteva essere un abbaglio, guardava lui. Aveva anche parlato italiano. [...]

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