Il romanzo di Maurilio Barozzi "Il samba di Priscilla" recensito da Luisa Perlo su il Font.
Luisa Perlo - IL FONT
- 13 novembre 2022 -
Sorriso aperto, aria scanzonata, cappello un po’ sgualcito Maurilio Barozzi ammicca dalla sua pagina on line verso il lettore che desideri sapere qualcosa di più su di lui.
E da sapere c’è davvero tanto, vista la vita densa di traguardi raggiunti e di profondi cambiamenti che lo ha caratterizzato.
Maurilio Barozzi, trentino di origine, cittadino brasiliano per una decina d’anni e probabilmente cittadino del mondo per scelta, è passato dal surf sul Garda a un bar sulla spiaggia di Itapuã, è stato il primo laureato in Sociologia delle Relazioni internazionali all’Università di Trento ma non ha disdegnato di essere raccoglitore di mele, manovale, facchino, addetto agli skilift sulle piste da sci, uomo di fatica per una ditta di restauri.
Dopo le riviste Altrafinanza e Altreconomia è diventato redattore al Quotidiano l’Adige dove si è occupato di società, libri e teatro, scrivendo nel frattempo saggi, romanzi e testi teatrali per passare poi alla redazione sportiva del Quotidiano l’Adige.
Viaggiatore instancabile, è stato in Brasile per raccontare i Mondiali di calcio del 2014: da questa esperienza ricava il materiale necessario per il suo ultimo romanzo, “Il samba di Priscilla”, in cui non esita a mettere a nudo le tante contraddizioni di un paese che sa ostentare ricchezza sfrenata senza riuscire a nascondere miseria e disperazione, che appare a volte come una cartolina patinata sotto cui si nascondono i peggiori maneggi economico-politici, senza alcun riguardo per chi è costretto a pagare di tasca propria, anche con la vita stessa.
Brasile 2011, in attesa dei Mondiali di calcio
Estate 2014, vanno in scena i Mondiali di calcio in Brasile.
Gli anni che li hanno preceduti sono stati caratterizzati da proteste vivaci, denunce relative alla grande quantità di denaro pubblico speso, per i milioni di euro che molti avrebbero preferito veder destinati alla sanità, alla scuola e ai quartieri più difficili.
La macchina organizzativa ha soffocato i malumori, ignorato le favelas, utilizzato mezzi leciti e non per ricavare da questo evento il massimo profitto.
Maurilio Barozzi è in Brasile quando tutto ciò accade e l’occhio attento del sociologo, quale egli è, non si lascia sfuggire le macroquestioni ma neppure le sfumature di questi preludi, che al di fuori del paese vengono nascoste sotto la sabbia.
L’anno in cui ambienta il suo romanzo è il 2011, molto è stato deciso ma molto deve ancora essere fatto, per cui i faccendieri e gli uomini politici sono in fibrillazione per ottenere i propri scopi.
Le infrastrutture, dagli stadi agli aeroporti, denunciano la loro inadeguatezza, motivo per cui la gestione degli appalti e dei lavori appare come una miniera d’oro senza fondo.
Tra febbraio e maggio 2011 Maurilio Barozzi ipotizza lo svolgersi di una delle tante vicende destinate a mettere in luce – ma non a far luce – il sommerso di un universo che la maggior parte degli spettatori che popolano gli spalti di un Mondiale neanche immagina.
Priscilla Amorim, l’impavida giornalista di Maurilio Barozzi
Delitti, sparizioni, morti sospette: in questo dedalo di malaffare non si muove la Polizia, che l’autore relega a una posizione defilata e non certo gratificante, ma una giornalista, Priscilla Amorim, una di quelle che si occupano di moda ma desiderano andare ben a fondo delle questioni. [...]
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Maurilio Barozzi, 𝗜𝗟 𝗦𝗔𝗠𝗕𝗔 𝗗𝗜 𝗣𝗥𝗜𝗦𝗖𝗜𝗟𝗟𝗔, Borderfiction. Pp. 375 €16,00 (cartaceo), €9,90 (ebook).
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