Le cronache di fine 2022 raccontano che il governo del Marocco cerca di trafficare influenze nelle sedi istituzionali europee. Il motivo è quello di rendere sempre più appetibile turisticamente un Paese che è già bello di suo. Fino a qualche anno fa il Marocco era meta di scrittori e artisti di tutto il mondo perché le autorità, solitamente piuttosto rigide, chiudevano un occhio, o entrambi, di fronte alle loro sregolatezze. Ci andarono in tanti a Tangeri, ospiti di Paul Bowles. Da Truman Capote a Gore Vidal, da William Burroughs a Jack Kerouac. E tutti, in un modo o nell'altro, descrissero quelle città, i loro sobborghi, i bassifondi.
Uno dei libri più interessanti sul Marocco e, soprattutto, su Marrakech credo sia “Le voci di Marrakech” che Elias Canetti scrisse nel 1964. Ancora oggi, chiunque vada là può sentire risuonare le parole di Canetti come quelle di un cantastorie sulla piazza Jamaa el-Fna.
In quel libro tutto diventa poetico anche i mendicanti ciechi, che Canetti chiama «santi della ripetizione»: «C'è il luogo dove si accoccolano oppure stanno in piedi. C'è il grido che non muta. C'è il numero limitato di monete in cui possono sperare, tre o quattro pezzi diversi».
Soprattutto, ”Le voci di Marrakech” incanta con descrizioni semplici ma così precise da vivere da sole. «C'è aroma nei suk, e freschezza, e varietà di colori. L'odore, che è sempre piacevole, cambia a poco a poco secondo la natura delle merci. Non esistono nomi, né insegne, e neppure vetrine. Tutto ciò che si vende è in esposizione. Non si sa mai quanto costeranno gli oggetti, né essi hanno infilzati i cartellini dei prezzi, né i prezzi sono fissi». «In una società che tiene nascosto così tanto di sé, che agli stranieri cela gelosamente l'interno delle sue case, la figura e il volto delle sue donne e perfino i suoi templi, questa intensa ostentazione del produrre e del vendere è doppiamente affascinante».
Ecco, una volta era così che il Marocco cercava di attrarre turisti: grazie alle narrazioni. Oggi i politici cercano altre strade. Forse più efficaci, non migliori.
Elias Canetti, le voci di Marrakech, Adelphi, 1983.
(L'Adige 19/12/2022)
Maurilio Barozzi
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