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I Mondiali e i calciatori di sinistra 5/12/2022

Aggiornamento: 11 lug 2023


Gli attuali Mondiali di calcio sono stati preceduti da varie polemiche sulla liceità o meno di offrire una vetrina così importante a uno stato, il Qatar, che non rispetta i più elementari diritti umani e civili. In tali argomenti (e in altri) affonda la sua penna Quique Peinado, autore del libro «Calciatori di sinistra». Peinado racconta come spesso la politica e il calcio si siano compenetrati l'uno con l'altro, dando origine a personaggi di statura eccelsa o causando la disgrazia di altri. Socrates, ad esempio, fu leader internazionale che poteva permettersi le interviste più esplosive. Nel 1986, durante il Mondiale in Messico, il Brasile batté la Spagna 1-0 con un dubbio gol dello stesso Socrates, mentre agli spagnoli ne fu annullato uno regolare. A precisa domanda sull'accaduto, Socrates rispose: «Tutti sanno che per ragioni politiche è preferibile che le selezioni di Messico e Brasile prolunghino la loro partecipazione al Mondiale per il maggior tempo possibile. Gli spalti devono essere pieni e queste due squadre assicurano che ciò avverrà». La Fifa, allora comandata dal brasiliano João Havelange, aprì un'inchiesta su tali dichiarazioni e chiese a Socrates di ritrattare. Ovviamente lui non lo fece. Del resto, ormai era famoso e a fine carriera: aveva sempre professato le sue idee di uguaglianza, perché avrebbe dovuto smettere in quel momento?

Ci sono poi i Mondiali di Argentina, nel 1978, sotto il regime di Videla. Peinado rivive le contraddizioni di quei giorni. Gli argentini come Ardiles, Luque, Kempes, Tarantini o il ct Menotti che non volevano avere niente a che fare con quel governo di torturatori. Però naturalmente giocarono (e vinsero). Mentre Cruijff, la stella del calcio olandese, invece non partecipò alla Coppa, allineandosi al popolo del suo Paese, uno di quelli più apertamente contrari al regime di Videla. Ci fu poi quanto accadde alla Nazionale svedese che, tornata in patria dopo il Mondiale 1978, fu contestata duramente per non aver preso posizione esplicita contro la dittatura. Il selezionatore Georg Ericsson ebbe la sventurata idea di controbattere che durante il suo soggiorno in Argentina non aveva visto alcun tipo di repressione. Scatenandosi contro le ire del difensore del Göteborg Ruben Svensson: «Ericsson saprà molto di calcio, ma non ha la più pallida idea di cosa sia la politica».

Quique Peinado, Calciatori di sinistra, Isbn Edizioni, 2014.

(L'Adige 5/12/2022)



Maurilio Barozzi LA BIBLIOTECA DI BABELE  L'attualità letta attraverso le pagine dei miei libri preferiti  Ogni lunedì, sulla pagina culturale del Quotidiano l'Adige

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