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Immagine del redattoreMaurilio Barozzi

Il bambino rapito di Ammaniti 3/7/2023

Aggiornamento: 11 lug 2023


C’è qualche cosa di inquietante che aleggia sulla vicenda di Kata, la ragazzina di cinque anni di origini peruviane sparita dall’ex hotel Astor di Firenze (ora sgomberato). Qualche cosa di inaccettabile come lo può essere il rapimento di un bambino. E qualche cosa di vergognoso come lo può essere il silenzio che protegge chi ha materialmente portato a termine l’abiettezza. In questo senso, l’hotel Astor mi ha portato alla mente Acqua Traverse, il luogo immaginario in cui Niccolò Ammaniti ha ambientato il suo romanzo “Io non ho paura”. Anche in quel caso il cuore della vicenda era il rapimento di un bambino, Filippo, figlio di un industriale di Pavia che solo la caparbia innocenza, e il coraggio, di un altro bambino, Michele, riuscirà a salvare. Non solo, è lo stesso Michele a intuire come Acque Traverse sia praticamente tutta coinvolta in quel misfatto. Quando gli adulti scoprono che il piccolo Michele si era imbattuto in Filippo imprigionato in una buca, si sono messi a litigare: «Sentivo le voci in cucina. Il vecchio, l’avvocato, il barbiere, il padre del Teschio (un ragazzo del posto)». Oltre al padre di Michele. Insomma: tutti. Il loro terrore era quello che Michele avrebbe potuto aver detto il nome al ragazzino sequestrato e essere riconosciuto. Da allora: «Tutto si è fermato. Una fata aveva addormentato Acqua Traverse. I giorni seguivano uno dopo l’altro, bollenti, uguali e senza fine. I grandi non uscivano più nemmeno la sera. Prima, dopo cena, mettevano fuori i tavoli e giocavano a carte. Ora se ne rimanevano dentro».

È proprio questo l’aspetto più inquietante del romanzo di Ammaniti: la durissima contrapposizione tra un mondo di ragazzini capace di tenerezza (Michele porta a Filippo una fetta di torta che ruba a casa) e genuino come può essere il dialogo in cui i due ragazzini parlano dell’orsetto lavatore. Viceversa il mondo degli adulti è intriso di gretta ignoranza (il padre di Michele nemmeno sa che esiste, l’orsetto lavatore) di meschini sotterfugi e di sordida omertà in cui tutti sanno ma nessuno dice. Ecco, l’hotel Astor di Firenze pare sovrapponibile a Acqua Traverse dove i ragazzini sono vittime innocenti delle vite sbandate degli adulti.

Niccolò Ammaniti, Io non ho paura, Einaudi 2001.

(L'Adige 3/7/2023)


Maurilio Barozzi LA BIBLIOTECA DI BABELE  L'attualità letta attraverso le pagine dei miei libri preferiti  Ogni lunedì, sulla pagina culturale del Quotidiano l'Adige

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