Sessant’anni fa, il 22 novembre 1963, a Dallas fu assassinato il presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy. Secondo la Sessant’anni fa il 22 novembre 1963, a Dallas fu assassinato il presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy. Secondo la commissione Warren a uccidere fu il solo Lee Harvey Oswald: un cane sciolto capace di beffare tutto l’apparato di sicurezza presidenziale americano. Naturalmente questa conclusione è stata confutata e svariati artisti hanno offerto una versione alternativa a tale improbabile ricostruzione. Lo ha fatto James Ellroy nel suo monumentale “American Tabloid” (di cui la Biblioteca di Babele ha parlato il 23 marzo scorso) dipingendo quell’America come un covo di mafiosi, trafficanti e maneggioni cui JFK non è riuscito a sottrarsi. Lo ha fatto il regista Oliver Stone che invece nel film “JFK” adombra un complotto che coinvolgeva le alte sfere del controspionaggio americano. In tutte queste ricostruzioni, l’omicida Lee Oswald è dipinto o come uno squilibrato (la commissione Warren) o un fantoccio nelle mani di grandi cospiratori. Nel suo romanzo “Libra” (1988), invece, Don De Lillo considera Lee Oswald come il prototipo dell’uomo postmoderno, con mille sfumature, mille identità, mille enigmi e, in ultima analisi, non catalogabile e forse nemmeno interpretabile. Non sposa la teoria del grande complotto, De Lillo che considera «l’ennesimo esempio di un tipo particolare di nostalgia» e invece indugia su tre figure: l’agente della Cia Win Everett, lo studioso Nicholas Branch che per la Cia deve approntare un dossier sulla storia segreta dell’omicidio, ma soprattutto Lee Oswald. De Lillo ci mostra Lee ragazzino solitario che subisce una ripassata da un gruppo di coetanei perché aveva viaggiato in fondo all’autobus fra i neri. «Se per ignoranza o per principio, Lee rifiutava di spiegarlo. Anche questo era uno dei suoi tratti caratteristici, essere un martire fuori posto e farti credere di essere solo un fesso, oppure esattamente il contrario, purché lui sapesse la verità e tu no», scrive De Lillo. E in effetti tale opacità, accompagnò Lee fino all’ultimo. Quando, dopo essere stato arrestato per l’omicidio di JFK, fu a sua volta assassinato nella sede della polizia di Dallas. Con tutti i suoi segreti.
Don De Lillo, “Libra”, Einaudi, 2000.
(L'Adige 27/11/2023)
Maurilio Barozzi
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