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L'ossessione artistica di Cormac McCarthy 19/6/2023

Aggiornamento: 24 ott 2023


In uno dei suoi libri più belli, “Morte nel pomeriggio”, a un certo punto Ernest Hemingway dice a una sua lettrice che gli rinfaccia di piacerle sempre meno: «Signora, è sempre uno sbaglio conoscere uno scrittore».

La frase si attaglia perfettamente anche a Cormac McCarthy, scomparso la settimana scorsa a 89 anni, dato che lui stesso, come pressoché tutti i suoi personaggi, ha trascorso la vita spinto del sacro fuoco della missione. E non parlo di una missione temporanea, ma di qualche cosa di ossessivo, ineluttabile. Un fuoco primordiale al quale non ci si può sottrarre in alcun modo. Dunque, come tutti i maniacali intransigenti, difficilmente poteva risultare affabile.

Una delle sue mogli raccontò che Cormac la costringeva a vivere in una casetta isolata e diroccata senza alcuna comodità, che per lavarsi si facevano il bagno nel lago gelido e mangiavano solo fagioli in scatola perché non avevano soldi. I suoi libri, sebbene apprezzati alla critica, per anni non vendettero molto (in Italia, Mondadori lo respinse per ben due volte) tuttavia lui si rifiutava di tenere lezioni nelle scuole di scrittura creativa perché le considerava truffaldine e insegnarvi gli avrebbe tolto tempo per scrivere.

Si può dunque ben capire come McCarthy non risultasse affatto alla mano. Grazie alla sua ossessione però è riuscito a fare ciò che quasi nessun altro scrittore ha fatto: vivere senza compromessi esclusivamente della sua letteratura. Una letteratura dura e archetipa, che mira direttamente al senso del creato immergendo il lettore nell’abisso dell’orrore. Nonostante il suo pessimismo cosmico, McCarthy nel suo ultimo libro - imperdibile -, il kafkiano “Il passeggero” (in realtà il penultimo, “Stella Maris” uscirà a settembre) chiude però con una nota di sofferta, tragica speranza. «Alla fine si sporse e raccolse le mani intorno al cilindro di vetro e soffiò sulla fiamma e si stese nel buio. Sapeva che quando sarebbe morto avrebbe visto il volto di sua sorella e sperava di portare con sé quella bellezza nelle tenebre, ultimo pagano sulla terra, cantando piano sul suo giaciglio in una lingua sconosciuta».

Cormac McCarthy, "Il passeggero", Einaudi 2023.

(L'Adige 19/6/2023)


Maurilio Barozzi LA BIBLIOTECA DI BABELE  L'attualità letta attraverso le pagine dei miei libri preferiti  Ogni lunedì, sulla pagina culturale del Quotidiano l'Adige

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