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Messico e nuvole. Molto, molto scure - 7/2/2022

Aggiornamento: 11 lug 2023



Bolaño racconta il Messico.

L'uccisione a Tijuana, qualche giorno fa, del fotoreporter Margarito Martinez conferma la statistica uscita a fine 2021: delle dieci città più pericolose al mondo, cinque sono messicane. Contribuisce a spiegarne il motivo il monumentale romanzo postumo di Roberto Bolaño “2666” (2004). In uno dei cinque libri che compongono l'opera, “La parte dei delitti”, Bolaño racconta la mattanza di donne che avveniva in quel periodo nella città di Santa Teresa (nome fittizio per Ciudad Juarez). E lascia intendere che tale mattanza sia figlia di una società putrefatta dal machismo imperante: le donne potrebbero essere tutte vittime di rapimenti utili a soddisfare gli appetiti di poliziotti corrotti, e poi uccise.

Paradossalmente (ma con Bolaño è sempre così: bisogna stare all'erta per cogliere richiami e anticipazioni), ad aprire uno squarcio sugli accadimenti e sulle nuvole che abbuiano il Messico è la parte di libro antecedente quella dei delitti, e cioè “La parte di Fate”. Un giornalista di Chicago, Oscar Fate, è a Santa Teresa per seguire un incontro di boxe ma s'imbatte nella vicenda delle donne uccise e propone un articolo al suo direttore. Scrive Bolaño: «Gli parlò delle donne assassinate, della possibilità che tutti i crimini fossero stati commessi da una o due persone, il che le rendeva i più grandi serial killer della storia, gli parlò del narcotraffico e della frontiera e della corruzione della polizia». Ma il succo del disinteresse che il mondo ha sempre riservato al Messico, da quando gli americani non sono riusciti a catturare Pancho Villa, è nella risposta del direttore: «Oscar, sei lì per un maledetto incontro di boxe».

Le mille pagine del romanzo (cinque libri con un filo conduttore: la città di Santa Teresa) raffigurano un Messico permeato di paura, sessismo e corruzione. Il distillato sgorga dal dialogo che Fate ha con una collega messicana. Costretta a seguire il caso delle donne uccise, gli domanda di accompagnarla in carcere per un’intervista all’americano indiziato di essere il mandante degli omicidi: «Mi sentirei più sicura» gli spiega. «Glielo chiedo a dispetto delle mie idee femministe. […] Deve sapere che per i messicani l’unico fascino del femminismo sta nella gioventù. Ma qui invecchiamo in fretta. Ci fanno invecchiare in fretta».

Roberto Bolaño, 2666, Feltrinelli 2008.

(7/2/2022)





Maurilio Barozzi

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