Per il papa, e non solo per lui, l’emergenza attuale è legata alla natalità: più bambini per mantenere in vita questo nostro mondo. Ciò che consegue è che servono genitori. E soprattutto, si spera, bravi genitori, bravi educatori, ottimi esempi. Raymond Carver ha affrontato l’argomento in un racconto intitolato “Biciclette, muscoli, sigarette” (dal libro “Vuoi star zitta, per favore?”). Tre ragazzini di nove anni – Roger, Gary e Kip – hanno rotto e fatto sparire la bicicletta di un loro amichetto. Quando però nella vicenda irrompono i genitori, anziché risolversi, la situazione degenera. Con tanto di scazzottata tra due papà. Uno di questi è infatti un prepotente incline a giustificare il figlio Gary incolpando gli altri. Il tipo ideale della società affluente che Carver esplora nei suoi scritti. «Un uomo con i capelli a spazzola, le spalle rigide e gli occhi grigi e taglienti» che entra in cucina della signora che aveva convocato i genitori dei ragazzini «senza dire una parola». Pur essendo l’ultimo arrivato, non saluta nessuno, zittisce tutti gli altri ragazzini e si rivolge esclusivamente al figlio Gary: «Cos’è questa storia?». Al temine della discussione, è lui che innesca una rissa con Hamilton, papà di Roger, un uomo semplice il cui problema principale del momento è quello di smettere di fumare. Sorprendentemente Hamilton sopraffà il padre di Gary, tra le grida incredule della padrona di casa, e lo sguardo attonito dei ragazzini.
Amaramente, tornando a casa col figlio, Hamilton si rende conto di aver fatto colpo su Roger proprio per aver picchiato il papà di Gary. «Mi fai sentire i muscoli?» gli domanda.
Il cattivo esempio ha preso il sopravvento. Infatti quando, prima di metterlo a letto, Hamilton rimprovera Roger per la storia della bicicletta – «Non mi far sentire più storie di biciclette o una qualsiasi altra cosa altrui rovinate. Chiaro?» – il ragazzino annuisce. Ma subito dopo gli chiede: «Papà, anche il nonno era forte come te?».
Raymond Carver, Vuoi star zitta, per favore?, Meridiani Mondadori, 2005.
(L'Adige 15/5/2023)
Maurilio Barozzi
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