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Immagine del redattoreMaurilio Barozzi

Bjoergen campionessa e icona sexy 03/03/2013

Aggiornamento: 18 lug 2023



LAGO DI TESERO - Se glielo dici lei sorride, diventa quasi rossa, finge di non saperlo. Ma è evidente che Marit Bjoergen, oltre che essere una sciatrice eccezionale, è anche una donna bellissima. D'accordo, magari il suo canone non è quello delle modelle o di certe cantanti o attrici, che fanno del viso quasi perfetto e delle forme generose il loro punto forte. Ma lei non può non affascinare chi le sta vicino. I suoi denti leggermente accavallati, i suoi occhi profondi e allegri, il suo fisico scolpito è chiaro che la rendono oltre alla fondista più forte anche un'icona sexy.

Lei, dicevamo, si intimidisce un po' se non deve parlare di sci. Se glielo chiedi, dice di non aver mai pensato di essere un'icona sexy. Dice che non ci pensa più, dopo i trent'anni. Ritiene Heidi Weng e soprattutto Therese Johaug molto più belle di lei. Troppo facile, Therese è bionda e ha gli occhi chiari. Una bellezza talmente prorompente da risultare quasi scontata. Invece lei, Marit, ha lavorato anche sulla bellezza attraverso la cura del corpo che ha anche conseguenze sullo sguardo rendendolo consapevole.

Ecco, il suo fascino gronda proprio dalla consapevolezza che Marit possiede. Sa di essere brava. Sa di essere bella. Sa di essere una campionessa a tutto tondo. Ma non lo dice apertis verbis. Lo lascia evaporare dai suoi atteggiamenti. Lei poi spinge sugli sci. Ha cuore. Ha voglia di vincere. Donna che sa impossessarsi della propria immagine ed essere artefice del suo destino, Marit aggredisce la neve. La domina. La possiede. Il suo modo di sciare, elegante e potente, soave e vigoroso, possente e armonioso, trasmette l'erotismo di una danza sensuale. Le avversarie fanno da orgiastico confronto: in realtà sulla pista ci sono solo lei e la neve. Come due tangueros che non si guardano ma conoscono esattamente le mosse del compagno, così lei danza sul bianco passandoci sopra senza sfregiarlo, consapevole di essere la partner di un ambiente che ha contribuito a renderla grande, forte, conosciuta. E bella.


Maurilio Barozzi

L’Adige 3 marzo 2013

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