Più che da Santa Sofia, la prima volta che andai a Istanbul, nel 1998, fui colpito dal cimitero di Eyüp (Eyüp Sultan Mezarligi). Vi notai tombe con date stranissime, tipo: nato nel 1317 e morto nel 1973. In cima alla collina del cimitero, giunsi al caffè Pierre Loti e chiesi informazioni al gestore. Lui se ne stava accoccolato su un grande divano, in attesa del tramonto a sancire la sosta del ramadan. Quando gli domandai del cimitero mi guardò, sorridendo alla mia ingenuità, e mi spiegò che una volta il calendario era quello musulmano detto Rumi, fondato sull'Egira di Maometto, mentre dal 1926 Atatürk aveva introdotto quello gregoriano. Sicché sulle tombe molti avevano la data di nascita nel sistema musulmano e quella di morte in quello gregoriano. E calcolò che quel 1317 in realtà significava 1899.
E io che speravo che al mondo ci fosse un posto con l'elisir della vita quasi eterna e ci fossero persone con più di seicento anni...
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