Il Capodanno del 2024 ha fatto discutere gli italiani della pistola che il parlamentare Emanuele Pozzolo ha portato a una festa, ferendo una persona. Una pistola piccola, capace di stare nel palmo di una mano, come la famigerata derringer. Nell’epopea western – dove si girava armati – quel tipo di revolver lo usavano solo i bari, qualche colletto bianco prezzolato o le donne da saloon: tutte figure considerate disprezzabili. Per farsi un’idea della faccenda è illuminante la lettura di “Warlock”, il monumentale romanzo di Oakley Hall uscito nel 1958 e finalista al premio Pulitzer. Le sue quasi settecento pagine raccontano l’agglomerato di confine Warlock e scavano nel mito della frontiera. Warlock è infatti un luogo ancora poco avvezzo alla legge uguale per tutti. Vi sono minatori, commercianti, giocatori d’azzardo, prostitute e soprattutto un gruppo di pistoleri pronti alla razzia. Tanto che la notte la gente onesta si barrica in casa «a luci spente nel timore di beccarsi una pallottola». Nessuno riesce a dare un po’ di pace e sicurezza. Non il marshall, senza potere dato che Warlock non è ancora una vera città. E di certo non ci riesce lo sciancato giudice, alcolizzato e pavido (che infatti gira con la derringer sempre in tasca). Così, dopo l’assassinio del barbiere, per mettere ordine, il comitato cittadino decide di ingaggiare l’illustre pistolero Clay Blaisedell, cui sono state donate «un paio di Colt modello Frontier col manico dorato, in segno di riconoscimento per il grande valore dimostrato».
Ecco, nell’universo simbolico western, le due Colt con i calci brillanti - dunque ben visibili – evocano il coraggio di affrontare a viso aperto banditi e minatori rissosi «che non riescono a fare a meno di entrare al saloon a cavallo». Viceversa la derringer, piccola, subdola, costruita proprio allo scopo di rimanere nascosta per essere estratta proditoriamente, rappresenta l’inganno a chi si fronteggia. Dunque adatta ai codardi. In realtà, paradossalmente, è proprio a partire dall’emblema delle due pistole dai manici dorati che il romanzo scardina il manicheismo – buoni e coraggiosi da una parte, malvagi e pavidi dall’altra – che aveva cementato il cliché del genere western.
Oakley Hall, “Warlock”, Big Sur, 2016.
(L'Adige 8/1/2024)
Maurilio Barozzi
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